9 (+3) Segreti (Svelati!) Per Un CV Profesionale!

La domanda era nell’aria. Ci stavano girando da un po’. Non l’avevo colta al volo. Non me l’aspettavo. Del resto, non sai cosa non sai. E io non sapevo che nella loro testa farfugliava il tarlo della battaglia navale. Finche’, alla fine, uno dei due coaches piazzia la domanda: “Nel CV, devo inserire il livello di inglese A3 vs. B2, etc.?”

Descrivere le proprie esperienze, lavorative e non, nel cv e’ uno degli aspetti più importanti. Anzi, ne e’ il nocciolo. Del resto a cosa serve un cv se non a delineare il proprio profilo per renderlo il piu’ appetibile possibile per la posizione in questione?

Scrivere un cv e’ una liturgia: ci sono precisi passi da seguire in un ordine canonicamente prestabilito. Chi riceve i cv e’ allenato a scremare in fretta chi quei passi li ha seguito da chi invece ha improvvisato.

Quella domanda ha squarciato un velo su un altro aspetto che per me era assolutamente chiaro, ma che invece risulta mistificato, quasi “segreto”: come riportare le esperienze nel cv in modo efficace (ed efficiente)?

È arrivato il momento di sfatare questi miti, che altro non fanno che ritardare l’ingresso di validissime menti nel mondo del lavoro semplicemente perché’ non conoscono la sintassi del cv.

A verbale! Ci sono formati specifici molto amati dai recruiters, utilizzarli ti permetterà’ quindi di distinguerti dalla massa e avere una chance in più accedere al colloquio e giocarti le tue carte!

 
 Scrivere la sezione delle esperienze lavorative
 
Questa e’ ovviamente la sezione più rilevante ed influente (e spesso più complicata…) del tuo cv, perché permette al recruiter di relazionare in maniera più diretta il profilo del candidato con la posizione in questione.
 

L’esperienza lavorativa è la sezione del tuo cv in cui ciò che hai fatto nel passato, ma ancor più i risultati che hai conseguito danno credibilità alla tua #candidatura.

Tutte le altre informazioni e sezioni del curriculum, dagli hobby alla dichiarazione personale, inquadrano le esperienze lavorative che hai conseguito.

Vedila un po’ così: l’esperienza professionale e’ il sole, le altre sezioni del cv sono come pianeti e satelliti che ruotano intorno all’orbita solare!

Ognuno di questi hanno il loro moto, hanno una loro funzione, ma tutto si inquadra sempre intorno all’orbita che circoscrivono intorno al sole.

 

E se non hai (ancora…) esperienza lavorativa?

Nessun problema!! Ci siamo passati tutti.  

Perché l’esperienza lavorativa sul tuo curriculum è così importante?

 

Un responsabile delle assunzioni o un hiring manager guarda al #curriculum per rispondere a una domanda. Una sola: questa persona qualifica, potenzialmente, per la mia posizione?

Quando prepari il CV per una candidatura, devi assolutamente avere questa domanda sempre davanti ai tuoi occhi. E devi essere sicuro di rispondere.

 P.s. Il mio consiglio: scriviti la domanda su un post-it e incollala al monitor del tuo pc/laptop/tablet! Perché’ se tu sei il primo ad aver dubbi se la stai rispondendo, cosa credi che farà’ un recruiter che non ti conosce?
 

La sezione “esperienza lavorativa” è la conditio-sine-qua-non per accedere alla seconda fase del processo di selezione, il colloquio.

Un algoritmo binario: ti qualifica o ti squalifica per il passaggio al passo successivo. Si vs. No. Non ci sono zone d’ombra. C’e’ pochissimo spazio all’interpretazione. Hai l’esperienza necessaria o no?

 

In un contesto puramente teorico, l’esperienza lavorativa dà credibilità alla tua candidatura e dovrebbe da sola rispondere alla domanda qui sopra.

Cosa includere

 
  • Segreto #1: Cronologia!

Nella maggior parte dei casi, la scelta dei lavori da includere nel curriculum e’ una funzione tra il tuo excursus professionale e il tipo di lavoro a cui ti stai candidando. Come regola generale, si parte in un ordine cronologico decrescente: si inizia dall’esperienza più recente e prosegui a ritroso. Il grado di “dettaglio” di ogni posizione si attenua quanto piu’ in dietro vai. Se hai 20 anni di esperienza, gli stage che hai fatto prima di iniziare a lavorare riempiranno al massimo una linea. Tutti insieme. Hai una storia lavorativa “dispersa”? No stress! Il “job hopping”, il cambiare lavoro frequentemente è oggi molto comune e più ampiamente accettato, soprattutto tra i più giovani. Includere attività professionali collaterali sono utili se tali esperienze possono meglio qualificarti per il lavoro in questione. Ad esempio: fai parte del consiglio di amministrazione di un’organizzazione non-profit della tua zona? Oltre che meritevole, quest’attivita’ ti aiuta a prendere decisioni importanti per la sopravvivenza e la strategia di quell’associazione.

Preparati a rispondere alle domande sulle tue scelte professionali, ad avere una risposta sicura sul tuo percorso professionale e sii disponibile riguardo al livello di impegno che stai cercando.

P.s. Qualunque cosa inserisci nel tuo cv ha un valore molto importante. E ci si aspetta che tu possa spiegarlo in un flusso logico coerente.

Ogni tanto si vedono riferimenti nei cv tipo “corso in tecniche avanzate di pasticceria”. Concorderai anche tu che vedere un corso di questo tipo da un ingegnere e’ quantomeno “curioso”. Cosi ho chiesto “perche’ quel corso”. La risposta: “non lo so. Era un’opportunita’ e l’ho presa”.

 

Fermo restando che TUTTE le opportunità’ vanno prese, voglio farti riflettere su questo punto: il tuo cv viene interpretato come un flusso continuo e coerente di eventi/avvenimenti che identificano professionalmente chi sei. Quando qualcosa fuoriesce dagli schemi di “coerenza”, questo “qualcosa” incuriosisce e attrae domane. Diventa punto di conversazione durante il colloquio, proprio per riconciliare quell’elemento col flusso di coerenza.

 

Personalmente, non credo ci sia niente di più “pericoloso” in un colloquio che farsi trovare con la guardia abbassata sugli avvenimenti della propria vita. Rispondere con un “non so. Era un’opportunità” non suona per niente “coerente”.

 Quindi assicurati che tu abbia una risposta coerente col tuo profilo su qualunque punto del cv tu voglia inserire.
Una volta, quando io ero un candidato, durante un colloquio avevano notato che c’era un “buco” tra un ruolo e un altro. Cosi il recruiter mi chiese “perche’ c’e’ piu’ di un anno di gap tra un ruolo e l’altro?”.

Avere un gap cronologico di un anno “incuriosisce”. La mia risposta “ho fatto il mio MBA. Non l’ha notato?”

 

Nessun’altra domanda sull’argomento… Era una risposta a prova di bomba. Inoltre avevo sottolineato la sua “disattenzione”, visto che era ben visibile nella sezione “formazione”.

Anche se avessi risposto “ho fatto un viaggio perche’ volevo scoprire il mondo” (fatto da mio ex capo. Al ritorno era cosi energizzato che e’ diventato in poco tempo CFO in un’altra azienda), oppure “mi sono ritirato in India per studiare meditazione con un guru” (un mio collega l’ha fatto…).

  • Segreto #2: Focalizzati sui risultati!

Troppo spesso i cv elencano le mansioni svolte, come fossero una lista della spesa.

Hai presente quei siti aziendali (di solito, di piccole realta’ locali incentrate su un piccolo imprenditore) in cui nella sezione “chi siamo” trovi la foto dell’imprenditore-eroe immancabilmente seduto alla scrivania, con penna in una mano e che parla al telefono con l’altra mentre guarda la camera? A parte il fatto che non c’e’ foto piu’ finta (immagina fosse vero e fossi stato tu il cliente al telefono, non ti sarebbe scocciato scoprire che invece di prestare attenzione a te, si stava mettendo in bella posa…?!?!) beh, ecco, quel tipo di foto NON SI POSSONO VEDERE!!

 

E’ il piu’ inutile dispendio di spazio internet che ci sia.

Ecco, “la lista della spesa delle mansioni” e’ esattamente la stessa cosa. Il piu’ inutile dispendio di spazio sul tuo cv per un qualcosa di assolutamente inutile!!

 

Chi ha scritto l’inserzione conosce le basi del lavoro, sa che tipo di mansioni ci sono dietro un determinato profilo. Perche’ bruci spazio inutilmente nel tuo cv per ricordaglielo?

Cio’ che serve davvero tanto al recruiter como all’hiring manager (vado in ordine cronologico, visto che il recruiter vede prima il cv dell’hiring manager) e’ capire come hai gestito specificamente la posizione.

  • Segreto #3: Verbi d’azione:

Questo e’ un altro assoluto “must” in un cv che voglia avere delle chance di successo. I verbi “forti” catturano l’attenzione del lettore. Utilizzando verbi come “negoziare”, “inventare”, “gestire”, “innovare” etc, hanno in se l’idea dell’azione. Gli americani sono dei maestri in questo. Come formulano loro frasi ad effetto per un cv e’ inarrivabile. Alcuni dei verbi che usano, e che non trovo modo di tradurre in italiano sono: “pioneer”, “master” (come verbo!), “revolutionize” (questo l’adoro… ha una grandezza incommensurabile…). Cos’hanno in comune questi piccoli esempi? Il verbo da’ l’idea di un qualcosa di unico che la persona ha messo in campo.

Lascia stare aggettivi e superlativi: i VERBI giusti sono il tuo bigliettino da visita per un colloquio!

  • Segreto #4: Dati quantitativi:

C’e’ un detto nella Corporate America che dice “numbers speak for themselves”, che suona più’ o meno come “i numeri parlano da soli”.

E questo vale anche e soprattutto quando vengono inseriti in un curriculum. I numeri e dati sono specifici e tangibili. E sono confutabili, nel senso che si prestano a domande per validarne la consistenza (quindi, occhio se scrivete numeri sul cv che non siano CAP o numeri di telefono: vi offrite a domande cui dovrete saper rispondere in maniera logica e coerente!).

Hai aumentato il fatturato nella tua area di competenza del 300% in 12 mesi? Suona veramente fantastico! …e un po’ “sospetto”. Aspettati quindi domande del tipo “come lo ha conseguito?”

 

Risposte del tipo “era un territorio nuovo, il prodotto era innovativo e soddisfaceva una necessità latente da tempo, la risposta ha senso. Potrebbero chiederti di elaborare un po’ su che strategia hai creato, che piano commerciale hai approvato, le difficoltà’, etc. Ma la risposta sarebbe stata coerente e chiara.

Detto d’un’altra forma: MAI MENTIRE sul CV!! Ricorda che oggigiorno e’ facilissimo contattare qualcuno sui social che ha lavorato con te per chiedere referenze.

 
  • Segreto #5: Formazione:

varie analisi indipendenti sostengono che il giusto equilibrio per lo sviluppo delle persone abbia un rapporto 70:20:10 → il 70% delle formazione avviene “on the job”, con l’esperienza pratica (detto d’altra forma, facendo errori…), il 20% con mentoring & coaching e il 10% attraverso la formazione in aula/virtuale. Non so se sia vera questa proporzione, infatti soprattutto le certificazioni sono davvero importanti per dar peso alla propria candidatura.  

P.s. Io personalmente non credo a queste “analisi” delle aziende di consulenza. Mi chiedo quale sia la loro obiettività visto che i loro clienti sono proprio le aziende cui rivolgono questi reports. Di fatto, se la formazione “vecchio stampo”, con un docente che forma, ha così poca valenza, perché i recruiter (ruolo molto spesso svolto proprio da queste società’…) gli danno tanto peso?

Ai posteri l’ardua sentenza…..

Sia come sia, in questa parte del cv metteremo le attività di formazione svolte che siano RILEVANTI per la posizione. Se ho fatto un corso di “taglio e cucito” perché volevo sviluppare la capacità di lavorare i dettagli, allora si che ha senso mettercelo!

In questa parte del cv, metteremo anche eventuali riconoscimenti ricevuti.

 

Io per 2 volte ho ricevuto lo “J&J Standard of Leadership Award”, la massima espressione di “thank you”, e ovviamente questi riconoscimenti hanno posto nel mio cv!!

cosa evitare?

 

Parti sempre dal presupposto che il lettore del tuo cv, il recruiter e poi soprattutto l’hiring manager, non abbia bisogno di spiegazioni.

Non c’è niente di più frustrante di un cv in cui vengano elencate le mansioni svolte (primo errore) e in cosa consistano (affondato!).

 

Se cerco una posizione in contabilità non ho di certo bisogno che un candidato mi spieghi cosa sono gli US-GAAP (o gli IRFS, etc.)!

Ricordati sempre il mantra: il tuo obiettivo e’ arrivata alla chiamata per il colloquio. E hai pochissimo spazio (1 pagina ogni 10 anni di carriera) per conseguirlo!

 

Davvero vuoi bruciare spazio prezioso per divagare su argomenti che il lettore gia’ conosce?

Quindi, ASSOLUTISSIMAMENTE NO-GO! questi elementi:

  • Segreto #6: Riferimenti alle aziende:

Il tuo cv riguarda TE. E’ il tuo palcoscenico, mica quello delle aziende dove hai lavorato. Invece in tanti elencano informazioni sull’azienda dove sono stati manco stessero facendo del B2B per quell’azienda. Elimina assolutissimamente ogni divagazione storico-agiografica di aziende! All hiring manager/ recruiter non gliene può frega de meno!

 
  • Segreto #7: Le mansioni svolte:

se ancora non e’ chiaro, le mansioni associate ad una posizione sono piu’ o meno le stesse in tutto il mondo mondiale!! Quindi le mansioni che svolgi sono implicite nel tuo titolo di lavoro! Hai davvero bisogno che nel tuo cv risplenda orgogliosamente la reportistica trimestrale e chiusure del budget di fine mese mensile che hai fatto quando il titolo che avevi nell’azienda precedente era di “financial analyst”? Credi che nella nuova azienda quel titolo suoni tanto esotico e curioso da suscitare la domanda: “chissà che mansioni includa quel ruolo”?

  • Segreto #8: Fuffa:

proprio non saprei come altro definire tutte quelle parole, vuote e inutili, che non dicono niente, che solo “riempiono” (rubano??) gli spazi nel cv.

 

L’esercizio di stile tipo “tema al liceo” in cui bisognava riempire fogli su fogli. Beh… anche NO!

  • Segreto #8: Irrilevanza:

se hai avuto “responsabilità minori “che non riguardano direttamente il nuovo lavoro, lasciale fuori.

Ogni elemento che metti nel cv occupa spazio, e assicurati che: i. abbiano un peso specifico tale da far invogliare il recruiter e il hiring manager ad invitarti al colloquio e ii. Sia difendibile quando ti faranno domande sulla sua coerenza col tuo profilo e/o col posto a cui ti stai candidando!

Parole chiave specifiche

 

Il cv e’ un insieme di “parole” che devono suscitare curiosità ed attenzione per invogliare a conoscerti di persona.

Questo e solo questo, e’ il ruolo di un cv. Darti l’opportunità di giocarti le tue carte di persona.

Quindi dai il giusto peso a ciò che scrivi e come lo scrivi:  

  • Segreto #9: Grammatica/Sintassi:

Fai errori di grammatica, e sei fuori. Fai errori di sintassi, e sei fuori. Come ripetuto varie volte, mentre l’obiettivo del tuo cv e’ quello di farti arrivare all’incontro personale, il recruiter e l’hiring manager hanno l’obiettivo di scremare quante piu’ persone possibile. Un cv con errori di qualsivoglia forma, danno l’impressione di una persona che superficiale, se non ha la disciplina di controllare il proprio cv, come sarebbe lavorare con lei? Quindi, Out! Inutile perderci tempo!

  • Segreto #10: Fluidità

Devi facilitare la lettura del tuo cv ai lettori, sempre dentro il limite di spazio dell’ una-pagina-ogni-10-anni-d’esperienza. Come fare? Inizia ogni (OGNI!) frase che scrivi con un verbo “forte”, e salta pure gli articoli. Non aggiungono niente e tolgono spazio…

  • Segreto #11: Tempo

Preferisco usare i verbi d’azione (verbi “potenti”) nella forma del participio passato. Questo tempo verbale dà l’idea di un’azione che e’ durata nel tempo e si e’ conclusa. Se ovviamente qualcosa la stai ancora facendo, usa pure il gerundio!

  • Segreto #12 Vocabolario

Dacci sotto a cercare sinonimi che possano meglio descrivere quello che stai facendo o che hai fatto. Quanto piu’ “potente” il verbo che usi, tanto più’ visivo questo sara’ e non avrai bisogno di tergiversarci intorno per spiegare cosa facevi. Ora, attenzione a non strafare. Se trovi sinonimi desueti (ecco un esempio…) che non rientrano proprio nel tuo vocabolario, rischi solo di bruciarti. Ricorda, l’obiettivo e’ essere invitati al colloquio, non ottenere la cattedra di lettere classiche alla Scuola Normale di Pisa…

Un ultimo commento: ricordati di adattare il tuo cv alla specifica posizione a cui stai applicando.

Stavo spiegando ai coachees l’importanza di adattare il cv all’azienda cui si sta rispondendo, come un abito sartoriale.

Al che, e’ venuta fuori la domanda del milione: “davvero devo cambiare il cv per ogni azienda cui applico??”.

La mia risposta e’ questa:

 

“Un cv standard riceve una risposta standard”

 

Perché? Lo vediamo in uno dei prossimi post!

Fammi sapere cosa ne pensi.

Iscriviti nell’area “membri” qui sotto e lascia il tuo commento o la tua esperienza!

Ciao

Matteo

Iscriviti alla Newsletter di Carrierando!

Rimani sempre aggiornato sulle ultime novità.

Matteo de Padova

Sono marito, padre, mentore e top manager internazionale. Aiuto chi lo vuole davvero a ottenere il successo che merita.
Arrivare al top è una scelta… così come continuare a vivere di bolletta in bolletta.

Scopri i Corsi / Ebook

Segui Carrierando su Youtube

Vuoi scoprire come sviluppare una
Carriera Carismatica?

Raggiungi nuovi entusiasmanti traguardi nella tua carriera