Sai davvero chi decide sulla tua assunzione?

La domanda può anche sembrare naive, ma è tutt’altro che banale: qual è la differenza fra recruiter e hiring manager? E’ uno di quei falsi miti su cui fracassano centinaia e centinaia di validi talenti, sia neo-laureati che professionisti. 
Per rispondere, facciamo ricorso ad un’analogia sportiva: La stagione calcistica volge al termine, e si sta per aprire la “campagna acquisti”: le squadre cambieranno diversi giocatori, perdendone alcuni e assumendone altri.
Nel mondo del pallone, chi partecipa alla campagna acquisti è il direttore sportivo (o titoli simili): questi è chi tesse i contatti con procuratori, squadre, giocatori, etc. E’ la persona più visibile della squadra/società, sta sotto i riflettori, passa da un’intervista all’altra, da un colloquio al successivo.
Eppure, non è questi il vero “burattinaio”. Perchè c’è qualcuno dietro le quinte, ma neanche più di tanto, che dirige il lavoro del direttore sportivo, ne coordina le mosse e da il visto buono o meno per l’assunzione o la cessione di ogni giocatore.
Si, esatto, stiamo parlando proprio dell’allenatore. E’ l’allenatore che dà le indicazioni al direttore sportivo sui profili di giocatori che servono, sulle caratteristiche di cui la squadra ha bisogno, etc. Ed è sempre l’allenatore che dà il visto buono all’assunzione o alla cessione. Ed eventualmente mette il veto, con tutte le conseguenze che questo può portare.

Certo, il presidente della squadra ci mette i soldi, ma è sempre e solo l’allenatore il vero mastermind dietro ogni campagna acquisti.
Ecco, questo è esattamente quello che succede anche nel mondo del lavoro.
Il recruiter è il direttore sportivo: visibile durante la campagna acquisti. Si occupa di tessere contatti con candidati e talenti. Parla con gli headhunters. Seguendo sempre le direttive dell’hiring manager.
Quindi, l’hiring manager è l’allenatore. Il vero decisore. Quando l’hiring manager scrive la job description non fa altro che replicare, con i dovuti paragoni, quello che un allenatore fa nel tracciare il profilo di giocatore che gli serve in ogni reparto.
Poi l’hiring manager delega al recruiter la ricerca dei candidati e quando questi ha in mano un pool di candidati potenzialmente interessanti, torna con quella lista dal hiring manager il quale vaglia i profili e decide chi portare a colloquio e chi, invece, scartare.
Questa è, in parole semplici, la differenza di ruolo tra recruiter e hiring manager. Uno si incarica di trovare i candidati, l’altro dà le direttive su che profili cercare e poi li seleziona.
L’importanza della divisione dei ruolli tra recruiter e hiring manager è di fondamentale importanza, non a caso quando ti candidi lo fai con due documenti distinti, il cv e la lettera di presentazione.
A questo punto, diventa più facile comprendere perchè il 73% dei candidati viene rigettato prima ancora che il CV venga visto da una persona. 
La concorrenza per trovare un miglior posto di lavoro è agguerritissima: ci si fa largo a gomitate, spesso si vedono anche i colpi bassi (raccomandazioni) e chi spesso ci rimette sono candidati validi, preparati ma che non sanno come muoversi. E quindi vengono accantonati.
Le statistiche parlano chiaro. I numeri non mentono. E probabilmente anche la tua esperienza personale supporta le statistiche.
Per ogni offerta di lavoro pubblicata, in media, 250 persone si candidano. Per alcune posizioni, si arriva a oltre 550 candidati. Numeri quasi da “concorsone pubblico”.
 
In un contesto altamente competitivo, non c’è infatti spazio per l’improvvisazione. Chi non è preparato è fuori. Senza passare dal via. Il punto è che “preparato” non riguarda le proprie competenze, gli studi o le esperienze necessarie per ricoprire quel determinato ruolo. 
“Preparato” ha a che fare col conoscere i giocatori e le regole del gioco.
Per darti una prima infarinatura, considera questo: il recruiter è un professionista dei processi di selezione. Fa proprio quello di lavoro. E’ una persona esperta nel ricercare candidati, spesso questi profili si muovono tra società di selezione del personale (headhunter) e aziende, per poi intraprendere carriera nelle Risorse Umane. 
Ed è la figura che supporta l’hiring manager durante la parte visibile del processo di selezione. Quindi non sbagli se pensi che l’hiring manager è il cliente interno del recruiter. 
Vedila così: quando un candidato viene selezionato, il recruiter sparisce dai radar del candidato prescelto. Non lo vedrai più (a meno di fare un nuovo processo di assunzione interno). L’hiring manager invece diventerà una persona molto famigliare, perchè ci lavorerai ogni giorno… infatti è il tuo capo (o, in determinati casi, potrebbe anche essere il capo del tuo capo). 
Comprendi cosa davvero cerca l’hiring manager fin dal primo momento, dimostraglielo già dai primi colloqui e instaura un rapporto di lunga durata con quella persona (almeno fino a che uno dei due non cambierà ruolo/ufficio/azienda…). A ognuno il suo ruolo.
A te, che vuoi cambiare lavoro e trovare la carriera dei tuoi sogni, il compito di prepararti al meglio, inviando il documento giusto alla persona giusta, perchè altrimenti la tua candidatura avrebbe altissime probabilità di essere rigettata (un pò come mandare un’invito sexy alla suocera…).

Se ancora hai dei dubbi, ti invito a guardare il video che ho creato proprio su questo tema, un video parte del percorso “CV Carismatico”. Ti aiuterà a prepararti al meglio al tuo prossimo lavoro!

Iscriviti alla Newsletter di Carrierando!

Rimani sempre aggiornato sulle ultime novità.

Matteo de Padova

Sono marito, padre, mentore e top manager internazionale. Aiuto chi lo vuole davvero a ottenere il successo che merita.
Arrivare al top è una scelta… così come continuare a vivere di bolletta in bolletta.

Scopri i Corsi / Ebook

Segui Carrierando su Youtube

Vuoi scoprire come sviluppare una
Carriera Carismatica?

Raggiungi nuovi entusiasmanti traguardi nella tua carriera