Rifiutare un’offerta di lavoro richiede una certa “eleganza” perche’ un giorno potresti anche tornare in quell’azienda!
Mi aveva contattato Egon Zeder, IL cacciatore di teste per antonomasia. Quello che cerca solo per posizioni di vertice.
Mi contattano dall’ufficio di Monaco di Baviera per una posizione in Germania: come VP Finance e vice-CFO di una multinazionale appena acquistata da un private equiti. Veramente allettante!
Inizio a fare i colloqui, prima in remoto, poi mi invitano a Francoforte. Sono il candidato di punta- l’ho capito quando, al colloquio a Francoforte, mi dicono che stavano cercando uno slot nell’agenda del CEO.
Ma non voglio traslocare la famiglia in Germania. Stiamo davvero bene in Svizzera. Che fare?
Succede spesso di trovarsi in una situazione come quella che ti ho descritto: una situazione invidiabile ma difficile da gestire. Anche se ancora non avevo l’offerta in mano, sapevo che mi ci stavo avvicinando a grandi falcate.
A volte succede anche che tu riceva piu’ offerte contemporaneamente, e ti trovi davanti alla difficile responsabilità di rifiutare un’offerta perché non ti interessa (per le piu’ svariate ragioni).
Ho imparato che e’ davvero importante declinare un’offerta in modo corretto e professionale, in modo da non bruciarti ponti ed sterilizzare contatti utili per il futuro (soprattutto se si tratta di cacciatori di teste del calibro di Egon Zender…).
Per prima cosa, lasciami dire che bisogna sempre comportarsi in maniera professionale, perché non sai mai dove ti porterà il tuo percorso professionale e potresti un giorno ritrovarti una porta chiusa solo perché non hai saputo gestire correttamente come declinare un’offerta.
p.s. non voglio dire che ti chiudi le possibilità con quell’azienda, ma le persone girano e così anche i feedback. E credimi, se una persona declina un’offerta in malo modo, nella comunità dei cacciatori di teste questo si viene a sapere…
Come ti ha insegnato la mamma, tutto parte dall’educazione: sii diretto e onesto quando si tratta di una questione così delicata.
A volte abbiamo paura a pronunciare un “no grazie”, e giriamo intorno alle parole. Non farlo. Le persone sanno prendere un no. Magari ci rimangono male (come era successo a me con l’opportunità di Egon Zender), ma se argomentata bene, lo capiscono.
Se c’è una posizione aperta significa che quell’azienda ha la necessità di assumere il miglior candidato, quindi mostra rispetto per il loro tempo: appena prendi la decisione, comunicaglielo.
Non ritardare il loro processo di assunzione se hai già deciso.
A volte sai subito che la posizione non ti interessa, magari dal ruolo in se’, magari e’ l’azienda che non ti interessa. Ci possono essere milioni di motivi per cui decidi che una posizione non ti interessa piu’. Quando dovesse avvenire, dillo immediatamente alla tua controparte (che sia l’headhunter o il recruiter, o chi per loro). Come già’ detto, comunicare questa tua decisione farà risparmiare tempo prezioso a tutti.
Se hai già avuto diversi contatti con la persona, puoi decidere di chiamarla invece che mandare un’email. Io personalmente preferisco sempre una telefonata ad un’email, perché piu’ “umana” e personale. Perche’ declinare un’offerta di lavoro ha tanto a che fare con una decisione personale. Se invece non te la senti, puoi ovviamente mandare un’email; questo ti permette di riflettere su ciò che vuoi dire/scrivere.
Il lato “oscuro” delle emails e’ che vengono “interpretate”. Tu sai cosa scrivi ma non sai come viene letta. Mentre in una telefonata puoi carpire se ci sono incomprensioni o titubanze, l’email questo non te lo permette. E l’email rimane lì, nero su bianco anche per le posizioni a venire…
Come già detto, è importante mantenere buone relazioni professionali con tutti, perché non si sa mai cosa può succedere nella vita. Una volta, appena finito il master, avevo ricevuto un’offerta per fare il controller in un’azienda italiana acquistata da venture capitals. Avevo deciso di accettare l’offerta di JnJ e spostarmi in Svizzera, quindi avevo declinato l’offerta. Mi ricordo che il deal principal mi chiamò per dirmi che era “molto dispiaciuto” della mia scelta. Qualche mese dopo, avevo avuto delle difficoltà (mia moglie era rimasta in Spagna e io lavoravo in Svizzera) cosi avevo ricontattato il placement dell’università e loro avevano ricontattato quel “deal principal”. Purtroppo non aveva alcun posto per me, ma si ricordava e se fosse venuto fuori qualcosa mi avrebbe fatto sapere. Il fatto di scegliere un’opzione a scapito di un’altra potrebbe non rivelarsi corretta e se sei rimasto in buoni rapporti anche tu potresti ricontattare l’azienda di cui hai rifiutato l’offerta. Non e’ detto che nel frattempo l’azienda non abbia trovato un altro candidato, ma se hai fatto le cose per bene, e’ un’opzione che puoi giocarti (p.s. non vuoi che l’azienda che ricontatti pensi che sei inaffidabile o indeciso, quindi e’ sempre bene consigliarsi con qualcuno prima di contattarli. Io mi ero rivolto all’ufficio placement della mia business school e loro avevano riaperto i ponti…).
Un’ ultima considerazione. Ogni persona che incontri e’ un contatto professionale e deve diventare parte del tuo network. Perche’ quando i tempi saranno maturi potrai ricontattare la persona con cui hai parlato, magari e’ nella stessa azienda, magari ha cambiato. Sia come sia, potrebbe aprirti nuove opportunità!
Tu hai mai rifiutato un’offerta di lavoro? Come ti sei sentito?
Iscriviti al blog adesso e lascia il tuo feedback
Ciao
Matteo