Una skill fondamentale per la tua carriera, promozione, e i guadagni

Ci sono conquiste che fanno male. Tanto male. Perchè trascinano con sè un rimorchio di rimpianti e rimorsi. Di “e se…” che continuano a ronzare in testa.
Che si mescolano alla gioia e soddisfazione di aver raggiunto un traguardo che sembrava lontano. Quasi impossibile da raggiungere. Che non sarebbe MAI potuto/dovuto (voluto?) accadere…
Un traguardo lontano distante una domanda.
Una semplice richiesta. Una di quelle domande che i bambini sparano fuori subito. A pelle. Senza neanche porsi un dubbio.
Ma per lei, era invece una domanda contornata da tanti “ma figurati!!“. Di “nella mia azienda non succederà mai“. E altri pensieri simili.
Infatti…
Quando ieri Roberta mi ha chiamato, era proprio per parlare di quel “infatti“.
Roberta è una superba professionista. Una eccelsa “markettara”. Nelle sue corde c’è la capacità di far crescere i business come pochi. Analitica e creativa. Appassionata e competente. Tanto, tanto professionale.
Ma come tantissimi di noi, soprattutto donne, si porta dietro un grave peso. Un “limite culturale” che ci inculcano fin dalla scuola. Una zavorra che si chiama “non chiedere“. Vietato chiedere. Non sta bene. Non si fa. E’ maleducazione…
In quante altre versioni hai sentito questa frase?
Nonostante Roberta sia una grandissima professionista, nonostante porti a casa sempre risultati oltre le aspettative, il suo inquadramento aziendale, inteso come ruolo e remunerazione, sono rimasti lontani anni luce dai suoi meriti.
Una situazione pur troppo molto diffusa. Tralasciando i vertici e pochi sotto di loro, la relazione tra lavoro e ricompensa è sbilanciata (dal lato sbagliato…)
Negli ultimi tempi, vedendo i suoi risultati, l’ho spronata più e più volte come suo coach e mentore, ad andare dal suo capo a chiedere un aumento.
Ogni volta mi rispondeva con un “ma figurati!!!! Non nella mia azienda!! Sono già contenta di avere un lavoro!! Sai quant’è difficile in Italia! sono già fortunata di averlo questo lavoro!!“.
Questa purtroppo è una realtà molto diffusa in Italia, non è vero? Poi per le donne c’è sempre “l’aggravante” di una possibile maternità,
Il punto qui è che il coltello dalla parte del manico ce l’ha qualcun altro. Qualcuno che spesso è anche umorale. La cui attitudine dipende dal piede con cui si è alzato la mattina…
E non è una sensazione piacevole.
Da una parte, ci sono le tue competenze e le sfide per dimostrare il tuo valore lavorando duramente ogni giorno. Le lunghe ore a risolvere problemi (creati spesso da chi poi se ne frega…), spesso a discapito della propria vita personale, dei propri affetti. Lunghe ore trascorse davanti ad un pc.
Dall’altra una perenne insoddisfazione per la mancanza di riconoscimenti, sia morali (a volte un semplice “grazie, ottimo lavoro“, farebbe già meraviglie…) sia monetarie.
Proprio per quel coltello sempre in mani sbagliate. Quella spada di Damocle della paura di perdere il lavoro.
Quella sensazione che mai ti abbandona di lottare contro un nemico invisibile, viscido, che non ha un vero nome nè una forma, ma che è sempre in agguato. E che si chiama “licenziamento“.
Una bruttissima sensazione con cui convivere… perchè credi che la tua vita sia in mano ad altri. Dal cui umore può dipendere la tua vita professionale. La tua crescita. Ma soprattutto il tuo benessere economico (e non solo).
Ti risuona? Quante volte anche tu hai provato questa sensazione? Quante volte la tua vocina interna ti ha detto “ma chi te lo fa fare?!?!” e un’altra vocina, sospirando, risponde “lo stipendio!! non possiamo vivere senza soldi!!“.
Così mandi giù il rospo. Un rospo che diventa più grande ed indigesto ogni giorno di più. Che ti devi far andare bene.
Ma è proprio così? Deve essere così?
Beh… si… ma forse anche no!!
Roberta sta seguendo un percorso di coaching per scoprire il suo “perchè” nella vita. Vuole capire cosa fare della sua vita. Ha un buon lavoro, ma non è felice. Ha un buon stipendio ma vede che altri avanzano mentre lei rimane al palo.
Il passo più importante in questi casi è farle prendere consapevolezza di tutto il suo valore. In una parola: FIDUCIA.
Fiducia in sè. Fiducia nelle sue capacità. Fiducia che nella vita può ottenere ciò che vuole. Senza limiti. Senza se e senza ma.
Immaginati che smofrie quando mi ha sentito dirle questa frase rispetto alla sua soggezione culturale verso l’azienda e i rischi di perdere il posto.
Quando una persona vale (tanto) non deve temere. Per questo ho insistito davvero tanto a che chiedesse un aumento: perchè se lo meritava ma anche per farla acquisire consapevolezza, come donna e come professionista che IL MONDO E’ DI CHI CHIEDE!
Il mondo è di chi chiede. Proprio come la lampada di Aladino. Proprio come dice anche il Vangelo: chiedi e ti sarà dato. Purtroppo però sono troppo pochi quelli che chiedono (forse perchè in pochi sanno cosa vogliono???)
Purtroppo quest’educazione che hai ricevuto fin da piccoli e che se hai figli stai inculcando anche a loro del non chiedere porta ad un doppio truce effetto:
- chi vale ma non chiede rimane a bocca asciutta, perchè aspetta il “regalo” da altri
- chi non vale ma ha la faccia tosta di chiedere, riceve!!!
Quante persone che valgono meno di te hanno ottenuto premi, ricompense e promozioni solo perchè sono andati a chiederlo? Quante persone ti sono passate davanti perchè chiedono?
E’ una sensazione che da fastidio. Tanto fastidio…
Roberta lo comprendeva razionalmente… ma la paura ha poco a che fare con la parte razionale. E nella sua mente c’era questa fobia che se avesse chiesto avrebbe rischiato il posto di lavoro.
Intanto però mentre in lei albergavano quelle paura, stavamo anche piantando dei “semini” di autoconsapevolezza. Semini (e metodologie) per chiedere. Il mantra stava diventando “CHIEDI! CHIEDI! CHIEDI!”
Ieri Roberta ha fatto, finalmente, il grande passo. Ha preso in mano la sua carriera, il suo lavoro, ma soprattutto la sua vita, ed ha chiesto.
Senza rendersene conto, quei semini hanno attecchito sono germogliati e sono fioriti… Ha superato le sue paure, le sue stesse barriere barriere mentali ed ha parlato col suo capo.
Le ho sempre detto che deve pensare in grande e deve chiedere in ugual misura, così si è attrezzata di tutto il coraggio che aveva ed ha (finalmente) chiesto la dirigenza e l’auto aziendale!!!! Che avesse chiesto la dirigenza era qualcosa su cui ci eravamo preparati, ma che chiedesse anche l’auto, non me l’aspettavo!!
Ha proprio fatto suo l’idea del pensa in grande!!
Risposta? SI A ENTRAMBE le richieste!!!!!
A quel punto, Roberta si è accorta di una cosa interessante, che le avevo già ripetuto varie volte: il rischio più alto l’aveva la sua azienda ed era il rischio che LEI se ne andasse!!
Questa è un pò una distorsione mentale: si ha paura di chiedere al proprio capo un aumento o una promozione ma risulta normale chiedere ad un estraneo!!
Se ci pensi, questo comportamente, da parte di tutti e 3 gli attori in gioco (tu, il tuo datore di lavoro e un altro datore di lavoro che NON TI CONOSCE) è altamente illogico!
Le due persone che hanno le maggiori informazioni, tu e il tuo capo, non vi parlate. Chi invece non ha informazioni (tu e l’altra azienda) vi parlate…
Ciò che è avvenuto quando Roberta ha chiesto è stata la semplice realizzazione che Roberta per la sua azienda valeva così tanto che per il suo capo non esisteva nemmeno l’ipotesi di perderla!!!
Questo è il potere delle informazioni, del sapere quanto TU VALI.
Poi ovviamente, come ogni negoziazione che si rispetti, è entrata in scena il gioco delle parti, e hanno accordato che Roberta riceva subito l‘auto aziendale, mentre per la promozione a dirigente Roberta deve aspettare qualche settimana per quando inizia il nuovo ciclo di budget.
Intanto, Roberta ha ottenuto qualcosa di più di un semplice si. Ha scoperto che:
- il mercato, la sua azienda, effettivamente apprezzano le sue capacità
- E’ lecito chiedere. e c’è anche il rischio di ottenere esattamente ciò che si chiede!
Quando mi ha chiamato era così felice che continuava a ripetere “non ci posso credere!! Non ci posso credere!!!”
In quel momento, mi è venuta in mente una scena di StarWars, in cui Luke Skywalker vede il Maestro Yoda sollevare la sua astronave impaludata e gli dice “non ci posso credere“, e il Maestro Yoda gli risponde “per questo hai fallito“
Da un lato Roberta sprizzava gioia e felicità da tutti i pori, era radiosa come il sole: finalmente le riconoscevano il suo valore!!! Non solo le riconoscevano lo status, ma anche la gratificazione economica e l’auto aziendale!!!
Dopo qualche secondo, le sovvenne però un dubbio: “e se l’avessi davvero chiesto prima!?!?”. Quanti soldi persi per non aver chiesto ciò che meritava prima? Quante frustrazioni ha dovuto vivere, ingoiando un rospo per nulla?
Ecco, proprio questo è il punto. In azienda si parla di “lost revenue” per ogni vendita ormai pronta ma non fatta.
Anche tu subisci il “lost revenue” per ogni volta che non sei andato dal tuo capo a chiedere (e argomentare…) una promozione. Un aumento. O qualunque cosa tu volessi (lavoro in remoto, arrivare più tardi a lavoro per portare i bambini a scuola, etc. etc.).
Il mondo è di chi chiede.
Bisogna saper chiedere. Bisogna imparare a chiedere. Perchè ormai anche tu avrai disimparato a chiedere.
Significa che ogni tua richiesta verrà esaudita? No. Non so che probabilità ci siano che se chiedi qualcosa te la diano.
Ma ti assicuro di una cosa: avrai il 103% di probabilità di non ricevere ciò che non chiedi.
Adesso tocca a te decidere (e chiedere).
Chiedi ciò che vuoi.
Hai bisogno di aiuto per ri-educarti a chiedere? Contatta il team Carrierando e scopri il mondo di chi chiede (e impara ad ottenere!)
Ciao
Matte….